A cominciare dal VII e fino al XV secolo il territorio della Murgia Materana fu popolato da monaci benedettini, di rito latino-romanico, e monaci bizantini, di rito greco-ortodosso, provenienti questi ultimi da regioni del Vicino Oriente e stabilitisi in questi luoghi per la forte somiglianza con i luoghi di origine.
Fu così che la Murgia vide la nascita di luoghi di culto scavati in roccia, chiese rupestri annesse a monasteri e conventi benedettini insieme ad eremi ed asceteri che furono luoghi di eremitaggio di singoli monaci che trovavano nell’isolamento e nel contatto con la nuda roccia le condizioni ideali per esprimere al meglio la loro fede.
Oltre 150 se ne contano all’interno del Parco Regionale della Murgia Materana, alcune difficilmente raggiungibili altre del tutto inaccessibili ma certamente tutte di inestimabile valore storico-artistico anche per gli affreschi in esse conservati sulle pareti rocciose.
Di eccezionale rilevanza, la , risalente all’VIII-IX secolo, la più antica della Basilicata, con straordinario ciclo pittorico tra cui quello raffigurante la scena vetero-testamentaria del Peccato Originale.
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